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Una madre e sua figlia
All’inizio Ruth voleva abortire, però la sua fi glioletta desiderava tanto una sorellina. (Foto: Patrick Foto/Stock Foto)

«Sono così felice che qualcuno trovi tempo per me!»

Ruth (35), madre della piccola Leanne di cinque anni, vive con il sussidio dell’assistenza sociale. La lunga relazione con il padre della bambina è purtroppo andata in frantumi, e a causa della sua salute malferma non è riuscita a trovare un lavoro adatto per le sue possibilità. Adesso però, grazie a un suo ristabilimento, pensa di tornare a un’attività lavorativa: via dall’assistenza sociale e via dall’angusta abitazione, dove è costretta a condividere con la figlia la stanza da letto. E soprattutto non vuole un secondo figlio da un uomo che non le off ra un legame sicuro.

Nonostante questi propositi, Ruth rimane incinta. Ed ecco che il nuovo compagno non ha nessuna intenzione di sentir parlare di figli. Egli stesso vive in una precaria situazione finanziaria, e si dichiara per l’aborto. Anche il fratello di Ruth la esorta con fermezza ad abortire. E la stessa donna non ne sarebbe contraria. Ai programmi per la sua vita, che collidono con un secondo bambino, si aggiunge il timore di una gravidanza difficile come la prima, che la costringa al letto per mesi. Così Ruth cerca da un’organizzazione d’aiuto alle madri in difficoltà un parere d’assenso all’aborto per un caso come il suo, e finisce all’ASMB.

Già nel primo colloquio la consulente le parla di come la propria esperienza di ogni giorno le permetta di constatare che solo un sì al bambino porta veramente la felicità. È peraltro pienamente consapevole del tormento provato da Ruth, madre sola, al pensiero dello stremante sovraccarico per un altro figlio. Però l’ASMB si off re di aiutare e cooperare al sostegno del maggior peso.

Nei giorni seguenti Ruth non si fa più sentire. La consulente la cerca, e così viene a sapere che ha già fissato una data per l’aborto. L’uomo la incalza pesantemente e minaccia di negarle ogni assistenza. Quanto al bambino, si rifiuta anche solo di vederlo. In questa contesa, la piccola Leanne apprende di un fratellino o sorellina in viaggio. Ne è entusiasta e assilla la mamma per sapere quando arriverà, ma la donna pensa di non avere altra scelta che abortire.

La consulente chiede a Ruth cosa dirà alla figlia dopo l’aborto, se questa vorrà sapere del bebè. «Dirò che l’ho mandato indietro!», è la risposta. «E se la piccola chiederà a chi?» Qui Ruth rimane pensierosa, e riconosce che in fondo è una prepotenza decidere sulla vita e la morte del bambino. E quale disinganno sarebbe per la sorellina apprendere la verità!

Poi le parla di donne capitate in una simile situazione d’emergenza e di come sono state aiutate dall’ASMB. Adesso stanno bene e sono felici di aver tenuto il loro bambino. Segue, senza preavviso, un periodo di silenzio. Che farà la sua assistita? Questo pensiero accompagna la consulente nella sua quotidianità. Finalmente Ruth si fa sentire: dopo giorni di intensa lotta interiore ha disdetto l’aborto. Vuole essere la madre della sua creatura. Subito dopo questa decisione ha provato nell’anima un grande sollievo.

All’approssimarsi del parto, la Fondazione fornisce quanto serve al neonato: carrozzina, lettino, seggiolone, indumenti. Così, quando arriva – è una femminuccia – tutto è pronto. «Che felicità aver deciso di tenere questo tesoro!», dichiara Ruth alla consulente.

Dopo la nascita, l’ASMB continua ad aiutare la donna anche finanziariamente, e poi ancora per tutto il tempo che sarà necessario. Ruth, adesso mamma di due figlie, esprime la sua gratitudine di cuore alla Fondazione e ai suoi benefattori: «Sono così felice che qualcuno trovi tempo per me!»