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C: L’aborto mi perseguita più che la violenza subita

La spinta ad abortire è forte. Di una donna rimasta incinta a causa di una violenza carnale si ritiene oggi ovvio che abortisca. Ogni altra possibilità sembra inimmaginabile, anzi insensata.

Tanta pressione dell’ambiente

La spinta ad abortire è forte. Di una donna rimasta incinta a causa di una violenza carnale si ritiene oggi ovvio che abortisca. Ogni altra possibilità sembra inimmaginabile, anzi insensata. Quando rimasi incinta dopo lo stupro, la pressione del mio ambiente fu tanto forte che non riuscii a resistere. Coloro che consigliano l’aborto non pensano al futuro delle donne violentate. Oggi mi rendo conto che l’aborto è stata una decisione disgraziata: oltre allo stupro devo sopportare anche il peso dell’aborto e di aver perso il mio bambino. Una donna violentata dovrebbe ricevere aiuto psicologico e materiale per poter meglio accettare il bambino innocente. Con il tempo diventa meno gravoso accettare il bambino, anziché dover poi vivere con l’oppressione dell’aborto compiuto che tormenta la coscienza. Raccomandare l’aborto a una donna violentata e rimasta incinta significa consigliarle una soluzione che aumenterà ancora di più le sue sofferenze.